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Imprese italiane alla ricerca di 47mila diplomati delle ITS Academy

Le imprese italiane stanno cercando oltre 47mila diplomati delle ITS Academy, ma solo poche migliaia sono reperibili sul mercato, con una difficoltà di reperimento del 65%

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Nel 2023, le imprese italiane hanno cercato oltre 47mila diplomati delle ITS Academy, ma ne hanno trovati solo poche migliaia. Questo dato è allarmante e interessa quasi tutte le assunzioni di profili scientifico-tecnologici.

La fotografia 2023 emerge che sono profili molto ricercati dalle imprese, ma la difficoltà di reperimento è del 65%. Questo problema si riflette anche nei tassi di abbandono scolastico e di Neet, e il frutto amaro della denatalità che fa sparire dai banchi 100/110mila studenti l’anno.

Gli Istituti Tecnici Superiori (ITS) stanno diventando una risposta concreta ed efficace in riferimento proprio a quegli ambiti tecnologici e di alta specializzazione in cui maggiore è la difficoltà di trovare personale qualificato. Oggi gli ITS Academy sono 146 e accolgono circa 30mila studenti. I diplomati ITS Academy sono richiesti in tutti i settori produttivi, specie in quelli legati al comparto industriale e dei servizi alle imprese.

La meccanica è l’ambito in cui c’è più richiesta: con circa 16.630 entrate previste rappresenta un terzo delle 47.400 richieste totali. Le competenze digitali sono ricercate per tutti gli ambiti tecnologici, tanto da riguardare con grado di importanza elevato il 66% delle entrate previste nel 2023. Anche le “tecnologie abilitanti 4.0”, oggi 5.0, sono ritenute rilevanti per quasi il 40% delle assunzioni di diplomati Its Academy.

Il tasso di occupabilità di un diplomato Its è dell’86,5%, con picchi tra il 90-100% in diversi settori. Questi dati confermano le grandi opportunità di occupazione che offrono gli ITS Academy: quasi nove diplomati su dieci trovano rapidamente lavoro. Il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha lanciato la riforma 4+2 (quattro anni di scuola superiore, più due negli ITS Academy) e sta correndo per attuare legge di riforma (99 del 2022) e Pnrr, che agli ITS Academy destina 1,5 miliardi complessivi.

Unioncamere e Confindustria hanno siglato un accordo per migliorare l’orientamento e i legami tra scuola e lavoro. Questi dati confermano le grandi opportunità di occupazione che offrono gli ITS Academy: quasi nove diplomati su dieci trovano rapidamente lavoro. L’urgenza di un rilancio dell’intera filiera dell’istruzione tecnica è racchiusa in questi numeri.

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La Generazione Z rivoluziona il mondo del lavoro: visioni contrastanti e nuove sfide

La Generazione Z è al centro di un dibattito che vede emergerere visioni contrastanti sul suo impatto nel mondo del lavoro. Le nuove sfide che si prospettano richiedono un’analisi approfondita.

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La Generazione Z, composta da individui nati tra la metà degli anni ’90 e il 2010, si trova al centro di un dibattito in merito al suo impatto nel mondo del lavoro. Visioni contrastanti emergono da articoli recenti che analizzano il modo in cui i membri della Gen Z affrontano le sfide professionali e le nuove prospettive che si delineano all’orizzonte.

Alcuni articoli ritraggono la Gen Z come una generazione irritante, svogliata e senza etica, evidenziandone le criticità nei confronti della disciplina lavorativa e identificando un cambiamento che non sempre viene percepito positivamente dalle generazioni precedenti.

Nello specifico, si pone l’accento sulle aspirazioni, i valori e le priorità della Gen Z, che sembrano divergere da quelli dei Millennials e dei Boomers. Altri articoli, invece, suggeriscono di vedere la Gen Z come una forza del cambiamento, individuando in essa una spinta innovativa nei confronti del concetto tradizionale di lavoro.

Da questa analisi emerge una visione della Gen Z come una generazione visionaria ma anche viziata, che tenta di dare risposte a domande scomode e di rivoluzionare le regole esistenti. Alla luce di queste visioni contrastanti, emergono le nuove sfide che la Gen Z deve affrontare nel mondo del lavoro e l’importanza di un’analisi approfondita al riguardo.

Uno degli elementi principali che emerge da articoli recenti è il cambio di prospettiva che la Generazione Z porta con sé: il lavoro non deve ruotare esclusivamente attorno alla vita, ma deve essere integrato perfettamente con il benessere mentale, la crescita personale e la ricerca di uno scopo significativo.

Dai colloqui di lavoro ai modelli di sviluppo professionale, le nuove sfide che si delineano richiedono una valutazione approfondita e una risposta adeguata da parte delle aziende e dei decisori politici. La flessibilità, l’equilibrio tra vita privata e lavoro e l’attenzione al benessere mentale emergono come elementi chiave nelle prospettive e nei valori della Gen Z.

Inoltre, appare evidente la preferenza per lavori part-time rispetto a ruoli full-time, indicando un approccio innovativo e flessibile al mondo lavorativo. Tuttavia, rimangono evidenti anche le difficoltà che la Generazione Z incontra nel mondo del lavoro attuale, evidenziate da un senso di insoddisfazione e una crescente propensione alla mobilità lavorativa.

In sintesi, l’impatto della Generazione Z nel mondo del lavoro è un argomento complesso e sfaccettato che richiede un’analisi attenta e una risposta integrata da parte di tutte le parti interessate.

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Come affrontare il cambiamento lavorativo dopo i 55 anni: consigli per i senior

In futuro ci saranno sempre meno lavoratori tra i 15 e i 64 anni. Scopri i consigli per affrontare il cambio lavorativo in età senior

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In futuro ci saranno sempre meno lavoratori tra i 15 e i 64 anni, secondo l’Istat. Tanto che il mismatch, la difficoltà delle imprese a trovare sul mercato personale in possesso di competenze adeguate, è destinato a salire.

Attualmente il tasso di difficoltà nel reperimento è del 48% per le aziende. La popolazione di 15-64 anni dovrebbe scendere al 54,3% in 30 anni, secondo l’Istat. La concorrenza in questa fascia di età potrebbe essere un vantaggio competitivo specialmente se si posseggono competenze richieste sul mercato.

Per coloro che cercano lavoro ed hanno più di 55 anni, alcuni consigli comprendono: focalizzarsi sulle competenze anziché sul titolo professionale, mantenere un approccio proattivo, utilizzare un curriculum funzionale senza sigle e valorizzare le esperienze con figure junior.

Oltre a ciò, bisogna essere aperti alle novità, lavorare sul networking, mostrare flessibilità e restare al passo con la tecnologia. La collaborazione con le nuove generazioni è considerata un segno positivo di apertura mentale, flessibilità e capacità di trasferire know-how.

Mentre è importante avere pazienza e non avere fretta di ricoprire subito un ruolo di peso. Inoltre, l’utilizzo di tecnologie come Whatsapp, Google Drive, Teams, Slack, Skype, Zoom e Trello è essenziale per rimanere allineati con la digitalizzazione in corso.

Lasciare andare ciò che non serve più e aprirsi a scoprire nuove risorse è indicato per gestire il cambiamento lavorativo dopo i 55 anni.

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